L’idea del pellegrinaggio non nasce spontaneamente, sebbene circostanze concrete, molto varie, possano agire come prima “proposta”. Di solito questa prima “proposta” ha bisogno di un tempo di maturazione in cui svolge un ruolo importante l’informazione ricevuta e l’esperienza di pellegrini conosciuti. In ogni caso la decisione nascerà da una motivazione personale, a volte di carattere molto intimo, legata alla propria personale necessità di superare una situazione o di chiarire idee o di decidere questioni o problemi vitali.
Altre volte è un’inquietudine religiosa o motivazioni ad essa legate, spesso sotto un’apparenza insospettabile. Conosciamo alcuni casi di coppie di sposi che fanno il viaggio di nozze percorrendo il cammino di Santiago. Il caso più sorprendente è quello di une coppia di danesi molto giovani che, il giorno stesso del matrimonio, atterrano a Parigi e cominciano a camminare . “per motivi religiosi e basta!” dice lei, professoressa di lingue, e aggiunge che si tratta anche di una scelta di viaggiare vivendo in povertà.
In altri casi è un voto alla “vecchia maniera”. Vorrei che guarisse un mio amico, molto grave, il Che mi rende molto triste. Perciò ho fatto questa scelta, anche per dare ai gruppi che incontro Lungo il cammino la gioia che non riesco a trasmettere al mio amico. Quindi non mi importa di essere ridicolo e fare ridere gli altri (per l’affetto con cui gli altri lo trattavano- era il più anziano del gruppo – si vedeva che non ridevano solamente, anche se lo facevano, e spesso).
In altri casi è un’autentica storia romantica, come quella dello spagnolo da poco in pensione in Germania che ha voluto curare la depressione della moglie facendo insieme il cammino. All’ultimo momento lei cambia idea, ma lui trasforma il viaggio, a piedi dalla Germania, nel tema e nel motivo di una lunga lettera -diario (3 grossi quaderni), che convinceranno la moglie a intraprendere, finalmente, l’avventura. “non c’è depressione -dice- che resista al cammino di Santiago”.
Nella maggior parte dei casi, comunque, non ci sono motivazioni e decisioni cosi romanzesche: pura evasione, avventura, gruppi di amici, svariata motivazioni personali, anche poco chiare, possono essere una buona ragione per iniziare il cammino. Forse durante la marcia sorgono nuove motivazioni e nuove “proposte” vitali che, in ogni caso, ruotano attorno alla decisione iniziale.
La decisione è, comunque, momento importante e mette in moto un progetto che richiede preparazione e pianificazione, non eccessive ne troppo minuziose, specialmente se si è privi d’esperienza, poiché la realtà farà sicuramente modificare molte delle previsioni iniziali.
In ogni caso, è necessaria una minima informazione.
Guide, opuscoli ed altri materiali di promozione dei cammini e delle vie di pellegrinaggio possono svolgere questo ruolo e moltissimo si trova in internet.
Per quanto riguarda la pianificazione, bisogna tenere conto dell’itinerario, del numero e della durata delle tappe ( in questo caso la pianificazione è per forza flessibile) e del tempo disponibile.
Alcune raccomandazioni iniziali riguardano la convivenza e su questo punto è opportuno conoscere il proprio stato di salute (indissolubilmente legato al ritmo di marcia e alla cura del proprio stato fisico) e fare alcune previsioni sulla velocità di marcia (30 chilometri al giorno è un ritmo eccellente che richiede un allenamento precedente).
Per quanto riguarda il tempo, si dovrà tenere conto del fatto che ogni pellegrino stabilirà il proprio ritmo, e si è ormai diffusa l’abitudine di frammentare i lunghi itinerari, realizzando tragitti successivi in tempi diversi (a volte diversi anni).