Il Tevere, sin dalle origini, ha rivestito un ruolo fondamentale nella storia dell’Italia centrale e di Roma. Presente già nelle leggende sulla fondazione dell’Urbe (Romolo e Remo vengono abbandonati sulle sue sponde), ha sempre avuto un posto di rilievo nella vita e nell’economia di questi luoghi. Oggi è anche una straordinaria narrazione che unisce le Aree interne dell’Appennino con la capitale, con percorsi da intraprendere in canoa, ma anche a piedi e in bicicletta.
Il nome del fiume Tiber, secondo la mitologia Romana, derivava da Tiberino, figlio di Giano – dio del sole, delle transizioni e dei passaggi – e della ninfa Giuturna, sorella di Saturno e Signora delle acque, il quale un giorno per un’imprudenza giovanile era caduto nel fiume e vi era annegato, dando così il suo nome al corso d’acqua.
Se la storia pone l’accento sull’importanza del Tevere, non meno rilevante appare l’aspetto commerciale che la presenza stessa del grande fiume ha rappresentato per le diverse genti italiche, condizionando i percorsi e le vie degli scambi che raggiungevano i mercati di grande parte dello Stivale: ancora oggi, è il fiume principale dell’Italia centrale e peninsulare, ed è il terzo fiume italiano per lunghezza e volume delle acque.
Ma è stato qualcosa di più, come recita la lapide posta sulla sua sorgente alle pendici del Monte Fumaiolo (in Emilia Romagna): “Qui nasce il fiume sacro ai destini di Roma”.
Una funzione sacrale testimoniata dall’esistenza presso gli antichi romani del culto del Pater Tiberinus, il cui tempio si trovava sull’isola Tiberina, celebrato ogni anno con le Tiberinalia.
Le nozze del Tevere con Madre Terra: un grande simbolo di rinascita
Le Tiberinalia celebrano ogni anno, l’8 dicembre, la festa in onore di Tiberinus e Gaia, ovvero le nozze del Tevere con la Madre Terra.
Appare dunque quanto mai rilevante oggi, quando ormai la dimensione della Città ha circondato il fiume senza misura – non offrendo più venerazione ma soltanto inquinamento e spazzatura – che il Tevere possa tornare padrone di Roma, almeno di tanto in tanto, con iniziative che ne celebrino la bellezza, la pacatezza e le straordinarie connessioni con il mare, con i territori dell’entroterra e con le altre Regioni d’Italia.
Se le Tiberinalia erano cerimonie di purificazione delle acque e delle sorgenti, oggi possono essere semplici atti d’affetto: momenti da condividere e percorsi di acqua e di terra da compiere a remi, a vela, a piedi, in bicicletta, a cavallo e con ogni altra modalità naturale, attraverso la mobilità dolce.
Le iniziative sul fiume e lungo gli argini, con le piste ciclabili e l’impegno di tantissimi volontari appassionati, possono diventare un simbolo di rinascita nel segno della sostenibilità, del rispetto e della tutela dell’ambiente e del paesaggio, urbano e rurale.
Gli ingredienti possono già essere sul tavolo: vi invitiamo a guardare il Tevere e i territori che attraversa – dalla Romagna alla Toscana all’Umbria, con 405 km di corso dagli Appennini al Tirreno – con occhi nuovi e con desiderio di scoperta (o di riscoperta).
In queste pagine Cammini d’Europa intende raccogliere le migliori esperienze e invitare tutte e tutti – non solo i residenti di Roma – alla più ampia partecipazione.