La Via della Seta è una rete di antiche rotte commerciali diffuse in tutta l’Asia, che collega la Cina con l’Europa. Nel 2014 l’UNESCO l’ha inserita nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità ed ora è un grande progetto internazionale.
Il percorso si sviluppava per circa 8.000 km ed era costituito da itinerari terrestri, marittimi e fluviali, lungo i quali nell’antichità si snodavano i commerci tra l’impero cinese e quello romano: le vie carovaniere attraversavano l’Asia centrale e il Medio Oriente, collegando Xi’an, in Cina, all’Asia Minore e al Mediterraneo attraverso il Medio Oriente e il Vicino Oriente. Le diramazioni si estendevano poi a est alla Corea e al Giappone e, a Sud, all’India.
La via della seta terrestre si divideva in due fasci di strade, uno settentrionale e uno meridionale:
- Partendo da Xi’an, i rami settentrionali salivano in direzione nord ovest attraversando l’attuale provincia cinese del Gansu (in parte anche navigando sul fiume Giallo) fino a Dunhuang, importantissimo centro buddista con le celebri grotte di Mogao. Lì si divideva in tre rami. Uno aggirava il deserto Taklamakan a sud (ai piedi del Tibet). Il secondo invece lo aggirava a nord (ai piedi dei TianShan, ovvero “monti celesti”). Questi due rami si riunivano a Kashgar. Il terzo ramo, invece, raggiunta Turpan attraversava i TianShan in direzione di Alma Ata (odierno Kazakistan). Tutti questi percorsi si riunivano poi nell’antica Sogdiana e da lì proseguivano attraverso quelli che oggi sono Uzbekistan, Afghanistan, Turkmenistan e Iran fino a Baghdad e poi (in buona parte sfruttando l’Eufrate) fino al Mediterraneo.
- I percorsi meridionali o vie del Karakorum sono essenzialmente un grande percorso che in Cina scende a sud attraverso il Karakorum (lungo il tracciato seguito ancora oggi dalla moderna strada del Karakorum che collega Pakistan e Cina), per attraversare il Sichuan e raggiungere il Pakistan fino all’oceano Indiano. Da molti porti di queste coste essa proseguiva poi per l’Occidente (mar Rosso attraverso Aden e golfo Persico attraverso lo stretto di Hormuz), innestandosi a un certo punto persino su quello che fu l’itinerario marittimo di Nearco, ammiraglio di Alessandro Magno, nel viaggio di ritorno dalle terre dell’Indo. Se non risalivano il golfo Persico, le merci attraversavano infine la Persia su varie direttrici raggiungendo comunque Baghdad e così via.
Ora l’Organizzazione Mondiale del Turismo presso le Nazioni Unite (UNWTO) ha avviato un grande programma di rievocazione e rivitalizzazione economica del grande itinerario, con il progetto SILK ROAD.
In Italia, per promuovere lo sviluppo della direttrice occidentale del progetto UNWTO, coinvolgendo il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, nonché il Consiglio d’Europa, è nato il Comitato MARCO POLO, presieduto da Massimo Andreoli.
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