A margine di una conferenza tenuta all’11° piano della presidenza di Regione Liguria, il Segretario Generale di Cammini d’Europa, Federico Massimo Ceschin, si è trattenuto con i vertici amministrativi dell’Ente per conoscere lo stato dell’arte e le prospettive di possibile rilancio di un itinerario che segua l’antica Via Aurelia nel territorio ligure.
La Via Aurelia ligure è una parte della Via Aurelia Romana: un progetto di strada stabilito già durante l’Impero Romano da Gaio Aurelio Cotta nel circa 241 AC. Passava dalla Pisa toscana alla Luni ligure, la zona moderna di Ortonovo, vicino a La Spezia.
La Via Aurelia moderna, che passa attraverso il territorio d’Italia, è il fondamento della strada statale numero 1, che porta anche questo nome. La gran parte della via corre lungo la costa, permettendo ai conducenti e ai passeggeri di godere la magica vista sul Mar Mediterraneo e molte altre località della Liguria.
La Via Aurelia ligure inizia al porto vecchio della città di Luni, che ha grande tradizione commerciale: già agli inizi del secondo secolo aC, il marmo veniva trasportato qui dalle Alpi Apuane. Avendo una vaga idea di come venivano svolte tradizionalmente le operazioni portuali a Luni, visitare gli scavi è un’esperienza interessante. La Via Aurelia ligure attraversa anche Savona, città della Riviera, le cui attrazioni includono la torre nel porto сhe porta il nome del marinaio Pancaldo, la Cattedrale di San Giovanni Battista e la Cattedrale di Santa Maria Assunta.
La Via attraversa altre località non meno interessanti, quali Albenga e San Remo. A Celle Ligure, senza doversi nemmeno allontanare dalla Aurelia, è possibile prendere un ascensore situato all’estremo ponente del paese: completamente gratuito, l’elevatore porta in alto, per una passeggiata che giunge alla Pineta Bottini, con una spettacolare vista della riviera.
Di particolare rilievo, l’insediamento di Sarzana che si ampliò a partire dal secolo XI, come cita un documento del Codice Pelavicino del 1085, sul colle adiacente, posto al di sopra del piano alluvionale del torrente Calcandola con un andamento longitudinale attraversato da un’antica pedemontana che si divise in tre rami: strada Regia verso il Gottero, via Aurelia e via Francigena, che oggi è diventata strada statale della Cisa. La città si sviluppò dunque per la sua particolare posizione geografica, con una scelta di carattere strategico legata alla viabilità.
Alla fine del XII e inizi del XIII, la Via fu un grande motore di crescita economica, commerciale e artistica, connessa soprattutto al riuso del marmo e alla rinascita della scultura marmorea: il nobile marmo delle Apuane approvvigionò le nuove costruzioni sfruttando inizialmente i giacimenti a disposizione, con la ripresa dello sfruttamento delle vicine cave di Carrara si ricominciò a produrre nuovi manufatti e arredi. La terra di Lunigiana – da Santo Stefano a Luni ad Ortonovo – dal punto di vista artistico fu in questi secoli un luogo d’incontro tra maestri d’oltralpe e maestri locali, per divenire successivamente estrema provincia toscana.
La penetrazione della cultura figurativa toscana, non solo riferibile alle tecniche costruttive e ai programmi decorativi di maestranze pisane nella cattedrale di Sarzana, è databile ancora a prima che la Diocesi si trasferisse da Luni nella nuova sede, testimoniata dal capolavoro di Maestro Guglielmo del 1138, che va letto come “vero e proprio manifesto dell’ortodossia romana al tempo della lotta per l’investiture”.
Molte, moltissime suggestioni. Abbastanza per ritenere che, in futuro, la Via Aurelia non sia più soltanto una strada statale da percorrere con le automobili…